Poteva essere un’odissea…
Ieri mattina me la sono vista brutta…
Ma proprio bruta bruta bruta…
Il treno era arrivato puntuale come una sposa, e questo faceva già ben sperare. Io invece no, sono arrivato all’ultimo minuto, come non mi succedeva da un po’di tempo. C’era un bel sole primaverile, aveva tutta l’aria che sarebbe stata una bella giornata.
L’illusione si è presto infranta contro un muro di persone che impediva la salita sul vagone. Anche cambiando vagone la situazione rimane immutata (come insegna la matematica, cambiando l’ordine delle carrozze la situazione non cambia) ; ma a forza di insistere abbiamo finalmente guadagnato il nostro spazio vitale in un corridoio di seconda classe.
Dopo qualche minuto dall’orario (teorico) della partenza siamo ancora fermi come un sasso.
Pochi minuti dopo spunta il cappello del capotreno. Bisogna sapere che questa è una circostanza insolita in caso di ritardo, perchè dover passare tra una folla compatta (per questione di sovraffollamento) e imbestialita, che nella migliore delle ipotesi inveisce, non è propriamente una bella esperienza per il malcapitato lavoratore.
L’arcano è presto svelato: il ritardo nella partenza non è colpa delle Ferrovie. Infatti un camion ha appena divelto un passaggio a livello.
Molti accusano la malasorte, il treno partito pochi minuti prima è partito e sicuramente sarà transitato nel passaggio a livello prima dell’incidente. Io stesso sono uno di quelli che solitamente viaggia su quel treno, cerco di consolarmi pensando che probabilmente sarà fermo poco fuori della stazione prima del luogo dell’incidente.
Ora il terrore inizia a serpeggiare tra i viaggiatori.
“Ma tra quanto partiremo ?” ovviamente è una domanda senza risposta, infatti l’incidente è appena avvenuto, quindi ogni stima dei tempi è assolutamente prematura.
Purtroppo queste cose sono lunghe solitamente, infatti bisogna attendere i vari rilievi prima di poter spostare i mezzi incidentati, inoltre spostare un camion non è come spostare una bicicletta, quindi…
A questo punto molti viaggiatori si sono resi conto che la faccenda sarebbe durata una mezza mattinata come minimo; qualcuno già rassegnato sta telefonando in ufficio per avvisare del ritardo, quando il miracolo: ci si muove.
I pessimisti, specie molto diffusa tra i pendolari, pensano che ci si sarebbe spostati dalla stazione, magari per consentire l’arrivo di un altro treno, fermandosi prima del luogo dell’incidente.
Beh, tra pochi minuti avremmo avuto la risposta.
Stiamo arrivando vicino al luogo dell’incidente e non rallentiamo…
Buon segno.
Ecco siamo proprio vicini!
Uau! Non ci siamo fermati!
Questa volta siamo stati fortunati.
Per inciso il treno partito prima si è poi fermato come avevo supposto…
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